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12 giugno 2011

Quando la Terra era giovane...

Uno dei miti più vecchi sui dinosauri, che ancora oggi forma l'impalcatura della visione popolare (a grana più grossolana) di questi animali, è che essi, nella loro grottesca esagerazione (all'occhio del profano), rappresentino delle "prove" operate da una divinità o da un pianeta ancora inesperti e giovani. Quante volte avete sentito parlare di "vicoli ciechi dell'evoluzione"? Quella metafora si ricollega all'idea progessista e lineare di un'evoluzione ricalcata sulla Scala Naturae, che porta dal batterio all'uomo, e che, di conseguenza, considera le specie non direttamente collocabili su quella linea (ad esempio, i dinosauri) niente più che "deviazioni" dalla linea evolutiva principale. Tutto questo mix di concetti è chiaramente pre-evoluzionista e si rifà alla visione creazionista di una Terra relativamente giovane, creata di recente e che, di conseguenza, possiede una ridotta fase "preistorica". Ricapitolando, se la Terra ha poche migliaia di anni, e se la storia umana ha almeno 5-6 mila anni, si deve concludere che la "preistoria" si riduce solamente alle primissime fasi della vicenda universale. Conseguenza di questo concetto è che i dinosauri vissero quando la Terra era molto giovane. Leggera mutazione: i dinosauri vissero quando la Terra era ancora giovane. Quindi, inesperta, immatura, esuberante, gli stessi attributi che avevamo inzialmente attribuito alla "divinità" creatrice delle prime forme di vita. (Ad accentuare questo scenario c'è l'abuso iconografico di vulcani, i quali, secondo questo paradigma pre-evoluzionista, pre-tettonico, erano molto attivi nella fase "giovanile" della Terra: notare quanto questo concetto sia antropocentrico, che pretende di comparare la storia del pianeta a quella di un uomo). 
Anche se superati dall'attuale sistema scientifico, questi concetti formano un mito popolare più o meno conscio (e spesso evidente nelle rappresentazioni pop dei dinosauri).
Ma quanto c'è di vero in quel mito? La Terra era davvero "giovane" (quindi "immatura") al tempo dei dinosauri? Basta fare due conti. Il Mesozoico va da 250 a 65 milioni di anni fa. La terra ha circa 4.7 miliardi di anni. Tradotto in termini umani, se la Terra fosse un uomo di 47 anni (quindi, si spera, "maturo"), i dinosauri (non-neorniti) comparvero quando egli aveva 44 anni e mezzo e si estinsero quando ne aveva 46 e qualche mese. 
Nessuno sano di mente direbbe, a 47 anni, che a 44-46 era "giovane" e che solo in seguito fu "maturo".

1 commento:

  1. Ma credo che il non plus ultra del "vicolo cechismo evolutivo" nella letteratura popolare è l'uomo di neanderthal.

    Ricordo ancora una illustrazione, credo su Airone, di quando andavo alle elementari. C'era l'albero evolutivo umano (non il cespuglio) che rappresentava i nostri "antenati", e un ottuso neanderthal, accovaciato su un ramo molto sporgente, che con volto istupidito lo stava tagliando dietro di se con una scure.

    In vent'anni non è cambiato molto.

    Chi si estingue misteriosamente non ha una buona stampa, i dinosauri (intesi come superordine, il "vicolocechismo evolutivo" impera ancora a livello di genere), invece, da quando si è iniziato a parlare di comete e meteoriti, sono divenuti paradigmatici di un'estinzione "immeritata".

    Ormai in ogni B-moovie dove la terra è minacciata da un'improbabile devastazione, appare uno scienziato non nerd/presidente USA/eroe che dice: "Se non fermiamo questa catastrofe X faremmo la fine dei dinosauri", sottintendendo che i dinosauri non meritavano di morire...

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